Risposta ad Alberto
Questo post contiene una risposta alla riflessione di Alberto, che trovate qui. Conviene leggere prima quel post per avere piena comprensione di quanto segue.
Caro Alberto, la tua riflessione sulla religione mi ha coinvolto parecchio, ed ecco qui una risposta da uno che crede in Dio (e più precisamente mi riconosco nel credo Cattolico).
Permettimi di partire da alcune precisazioni su quanto tu scrivi, dato che mi pare che il tuo approccio presenti qualche inghippo.
Per prima cosa, vorrei cominciare con il distinguere la fede dalla religione: la prima è la fiducia verso un Qualcuno che si crede esista (allo stesso modo con cui chiunque ha fiducia nelle persone che ama); la seconda è l'implementazione umana dell'interazione con il trascendente (per qualcuno il trascendente è Dio, per altri un principio, un valore.. per altri ancora lo è il denaro). Mi sembra di capire che le tue osservazioni siano in particolar modo dirette contro la religione, che svierebbe la ragione e i fatti per sostituirla con idee opinabili. Ma dire che "Sono nate così una serie di religioni che a seconda dei casi teorizzano" non rende l'idea del fenomeno religioso: in realtà l'uomo ha sempre avuto bisogno di Dio, come dici tu, per cui ha cercato di avvicinarcisi mediante la religione. La religione è solo un mezzo per concretizzare una relazione con Dio, non è la religione che ha creato Dio per giustificare la propria esistenza (sarebbe un assurdo logico, non trovi?). E questo a prescindere se Dio esista o meno; ma già così guarderei alle religioni con un occhio affettuoso, dato che esprimono da millenni una parte dell'Uomo.
In secondo luogo, mi sorprende trovare tanta teologia nella tua riflessione. Parli di concetti tosti come onnipotenza, onnipresenza, che sono importanti sì, ma non assiomatici per il credente. L'apice dell'esperienza religiosa è la relazione con Dio, relazione fatta di fiducia, amore, rispetto (ora sto parlando specificamente del Cristianesimo) e riconoscimento di Dio nel quotidiano. Niente massimi sistemi: il Cristiano Dio lo vede in chi incontra, nelle cose buone della vita, nella sacra scrittura, e anche in ciò che tu chiami natura: come vedendo una costruzione di un architetto che conosci bene riesci a scorgerne l'intenzionalità nei dettagli costruttivi, così io scopro l'impronta di Dio in ogni cosa, anche nei due famosi atomi che reagiscono. Tutta la teologia è una conseguenza: è la formalizzazione di quanto l'uomo ha imparato di Dio, nei secoli di relazione e storia vissuta insieme. È come l'alta matematica, che ha vita propria, ma che è iniziata e si è sviluppata a partire dalle esigenze pratiche della gente, e rende il meglio quando viene applicata, come noi ingegneri matematici sosteniamo! Se tu mi chiedi allora se credo nell'onnipresenza di Dio posso dunque risponderti affermativamente in base alla mia esperienza; non è invece che in quanto Cattolico, allora credo nell'onnipresenza di Dio. Per quanto riguarda "l'onnipresenza di Dio nel male", penso che tu abbia esagerato nel generalizzare il concetto di onnipresenza. L'errore è però comprensibile da parte di un matematico, dato che abbiamo la tendenza ad aspettarci da tutti la stessa precisione e rigore che il linguaggio matematico ha; purtroppo la teologia assomiglia alla filosofia, quindi non puoi essere così esigente - e questo è ancora a riprova del fatto che è giusto parlar di teologia a partire dall'esperienza di fede, mai parlare di fede partendo dalla teologia. Questo discorso vale anche per le altre tue obiezioni teologiche, penso: se vuoi possiamo parlarne e posso dirti cosa ne penso (ci vorrà un po' ma sono ben disposto a farlo!), ma se non si parte dalla base di una esperienza pratica, è facile perdersi nei meandri del pensiero, dove si può dire di tutto.
Penso che lo scopo della vita sia di essere felici, e ognuno trovi il suo modo per cercare di raggiungere questo obiettivo. C'è chi ci riesce e chi fallisce nel tentativo, chi persevera anche nelle difficoltà e chi si lascia andare al primo soffio di vento. Per me che sono cristiano quelli che sono "sulla via giusta" sono quelli che amano e cercano la giustizia; quelli che non sono sulla via giusta sono da incoraggiare, aiutare e informare sulla possibilità di quella che credo sia una buona vita, sempre nella loro grande libertà di scegliere da che parte stare. Questo l'ho imparato conoscendo il mio Dio attraverso gli altri, attraverso la conoscenza di quella che fiduciosamente credo essere la Parola di Dio, e la mia pur breve vita mi incoraggia, dandomi ogni giorno più volte conferma che ciò che credo sia giusto - la certezza matematica non l'avrò mai, ma se l'avessi dove andrebbe a finire la mia libertà?
Sinceramente,
Francesco
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